Dopo l’ictus, alla ricerca delle parole perdute
L’associazione ALESSIO ha contribuito a fondare e continua a sostenere il Coro degli Afasici di A.L.I.Ce. CUNEO
Dopo l’ictus, alla ricerca delle parole perdute
Il presidente emerito di A.L.I.Ce.: “Ringraziamo sentitamente l’associazione Alessio e Annamaria Cevolani, con cui continuiamo ogni giorno a cercare di dare speranza e vita, anche grazie alla musica. Non mollando mai”
Ci sono collaborazioni che fanno la differenza, così come ci sono progetti che lasciano senza parole. Anzi, le fanno ritrovare quelle parole perdute a causa della malattia.
Uno di questi è l’iniziativa di A.L.I.Ce. Cuneo Odv, associazione di volontariato per la lotta all’ictus, che ha dato vita al progetto del Coro degli Afasici grazie alla preziosa collaborazione della associazione Alessio e alla volontà della sua instancabile presidente, dottoressa Annamaria Cevolani.
Il Coro degli Afasici di A.L.I.Ce. Cuneo Odv è nato all’inizio del 2016. L’idea progettuale è arrivata in seguito all’esibizione del Coro degli Afasici di A.L.I.Ce. Trieste (prima realtà in Italia di questo tipo) al festival internazionale di canto a cappella “Vocalmente”, nel 2015. In quell’occasione è nata l’amicizia e la sinergia con la dottoressa Cevolani e l’associazione Alessio che durante il festival sponsorizzava, come nella sua mission più intima, un progetto di musica rivolto ai giovani, chiamato “Vocaloops”. Perché “La musica è vita, e salva la vita”, soprattutto può avere un impatto fortissimo di riscatto per le più giovani generazioni, come ci ha insegnato José Antonio Abreu ne “El Sistema”.
A.L.I.Ce. Cuneo arrivava infatti, inoltre, da due anni e mezzo di splendida collaborazione con la Fondazione Fossano musica con la quale, grazie ai suoi giovani allievi, ha svolto nel corridoio di Radiologia dell’ospedale di Fossano, oltre 60 concerti domenicali per alleviare le giornate dei pazienti e delle famiglie, spesso costretti a lunghi ricoveri e periodi riabilitativi.
Da queste belle premesse ci si è tuffati con entusiasmo nel sogno di realizzare un progetto che unisse la mission della associazione Alessio e quella di A.L.I.Ce., ovvero curare e prendersi cura con la musica. Nello spirito del grande medico-scrittore, Oliver Sacks, il quale sosteneva che “La musica è il più potente farmaco non chimico”; una frase che è diventata il motto, si potrebbe dire, e il manifesto di tutto il percorso di questi anni di amicizia.
È nato così il progetto di terapia ed empatia del Coro degli Afasici, oggi intitolato alla memoria di Enrico Catelli: volontario, corista e paroliere, scomparso per Covid. “Un’esperienza umana dirompente”, l’ha definita il quotidiano l’Osservatore Romano, in occasione della visita del Coro in udienza da Papa Francesco nel maggio 2022. Già, perché l’ictus è di sé un evento dirompente che, come uno “tsunami”, frantuma gli equilibri sociali e familiari. A un soggetto su tre causa l’afasia: un disturbo della comunicazione che può portare via la parola. Immaginate cosa possa voler dire essere come “incarcerati” nel proprio corpo senza più avere la capacità di esprimersi, di poter comunicare. Uno status fortemente invalidante per chi lo vive, così come per i propri cari.
L’ictus è infatti la prima causa di disabilità e terza di morte nel nostro territorio. Una malattia di cui si parla ancora troppo poco, i cui numeri sono purtroppo in crescita e investono sempre più le popolazioni giovani, nel pieno dei loro anni.
Per fortuna, però, ci sono mezzi concreti per lottare contro questa condizione. Uno è proprio la musicoterapia per far fronte all’afasia. Grazie alla associazione Alessio viene perciò offerta la riabilitazione musicoterapica attraverso un percorso svolto a piccoli gruppi dai musicoterapisti Maurizio Scarpa e Margherita De Palmas. Questo porta alla formazione di un vero e proprio coro formato da soggetti provenienti da tutta la Granda. L’iniziativa si svolge a Fossano, in provincia di Cuneo, città baricentrica nel territorio, con un numero di soggetti che si attesta intorno alla trentina di partecipanti, sempre in crescita e variazione. A.L.I.Ce. cerca inoltre (con altre realtà del terzo settore) di organizzare servizi di trasporto per le persone svantaggiate e in difficoltà che diversamente tenderebbero a isolarsi e segregarsi ancora di più. Ricordiamo infatti che più di un terzo di tutti gli ictus sono recidive di eventi pregressi.
“L’afasia è la difficoltà o l’incapacità di comunicare - dice Giuseppe Romano, medico e vicepresidente di A.L.I.Ce. -. Essa è certamente una delle invalidità più importanti, che tuttavia può essere recuperata grazie alla logopedia e grazie alla musicoterapia: questa agisce sul ricordo e sulla riabilitazione del ritmo interiore che porta a una nuova articolazione dei suoni (al canto), e attraverso ciò, a una ripresa della capacità di comunicazione. Attraverso la musica si ritrova la parola perché si è osservato che la musica è in grado di attivare tutto il cervello, e non solo le poche aree deputate al linguaggio - che spesso vengono danneggiate dall’ictus -. Grazie a questa azione ‘empatica’ e totalizzante della musica sul Sistema nervoso, si vanno a generare nuovi collegamenti neuronali che sostituiscono quelle andate perse a causa della malattia. Così si possono ‘costruire’, con fatica, giorno dopo giorno, nuove possibili aree con funzione linguistica e fonatoria. È il prodigio della musica, un vero strumento di cura”.
Il Coro degli Afasici si esibisce spesso in concerti pubblici sul territorio, sono momenti di restituzione dal forte impatto. Dimostrano la potenza concreta del progetto. Diventano momenti di speranza concreta e di vita. “Il Coro è un nucleo di gioia, di festa, di condivisone e di allegria. Fa stare bene chi partecipa, ma anche i familiari che possono trovare occasioni di svago, conforto e confronto - dice Giuseppe Bonatto, presidente emerito e fondatore di A.L.I.Ce., colpito lui stesso da ictus quando aveva poco più di quarant’anni -. Ho letto che ‘La musica, come la vita, si fa in un solo modo: insieme’, per questo vogliamo ancora ringraziare sentitamente tutte le realtà, enti, persone e Istituzioni che ci permettono di coniature questo percorso insieme, di cura e di vita. In particolare, di cuore, l’associazione Alessio e Annamaria, con cui continuiamo ogni giorno a cercare di dare speranza e vita, anche grazie alla musica. Non mollando mai.”.